FPMT Italia
L’FPMT è un’organizzazione il cui scopo è preservare e diffondere il Buddhismo Mahayana nel mondo. Il nome è l’acronimo di Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition. È stata fondata nel 1975 da Lama Thubten Yeshe e Lama Thubten Zopa Rinpoche, entrambi monaci tibetani; da allora si è diffusa in tutti i cinque continenti, con 164 centri distribuiti in 40 paesi.
La FPMT Italia è una Fondazione riconosciuta come ente religioso dallo Stato con Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) il 20/7/99.
Le varie sedi italiane della FPMT sono luoghi aperti a chiunque voglia avvicinarsi agli studi del Buddhismo Tibetano, approfondendo gli insegnamenti del Buddha, o anche semplicemente sia alla ricerca di una visione più profonda e completa delle cose, ispirata alla psicologia e alla saggezza buddhiste. Nei centri italiani della FPMT si offrono corsi, momenti di meditazione, di ascolto, di riflessione e di pratica sia di tipo specifico, per chi stia percorrendo un sentiero religioso e spirituale buddhista, sia per chi è alla ricerca di una dimensione più autentica della vita.
I centri FPMT offrono un’educazione integrata, che può trasformare la mente e i cuori delle persone nel loro massimo potenziale, per il beneficio di tutti gli esseri, ispirati da un’attitudine di responsabilità universale e di servizio.
La FPMT Italia si pone dunque sotto l’autorità spirituale del Dalai Lama, premio Nobel per la Pace 1989 ed esponente principale della scuola Ghelupa del Tibet, da cui la FPMT trae origine e ispirazione per tutte le sue attività dagli insegnamenti, così come sono stati trasmessi da Lama Thubten Yeshe e Lama Zopa Rinpoche.
La Fondazione FPMT Italia intraprende per proprio conto o in collaborazione con i Centri affiliati, le seguenti attività:
- organizza corsi, conferenze e ritiri; invitando maestri qualificati o collaborando con Università ed Enti Culturali
- pubblica testi buddisti classici e moderni, sviluppa una biblioteca ed una banca data a disposizione di tutti gli interessati
- promuove lo scambio di esperienze e la collaborazione tra praticanti, favorendo la creazione e lo sviluppo di centri di studio e di ritiro, scuole, templi, sacrari, ecc. in Italia o all’Estero; contribuendo inoltre al sostentamento di monaci e monache, secondo le regole Buddiste;
- promuove la collaborazione transculturale tra la psicologia, la medicina e filosofia tibetane e quelle occidentali;
- contribuisce allo sviluppo di metodi pedagogici che favoriscono l’equilibrio interiore degli individui e l’affermarsi di una cultura di solidarietà in seno alla società;
- promuove attività di volontariato a scopo sociale ed umanitario, partecipando eventualmente a progetti di cooperazione interazione in Tibet e negli insediamenti Tibetani in India
- favorisce il reinserimento sociale di ex detenuti
- promuove iniziative di adozione a distanza
- promuove iniziative a favore della pace nel mondo, della conservazione della natura e del rispetto dei diritti umani, con particolare riferimento alla situazione delle libertà religiose in Tibet
FPMT Italia fa parte dell’U.B.I. Unione Buddhista Italiana
L’Unione Buddhista Italiana (U.B.I.) è stata fondata a Milano il 17 aprile del 1985 da centri buddhisti di tutte le tradizioni presenti in Italia che sentivano la necessità di unirsi e cooperare per rispondere alle richieste sempre più numerose degli italiani interessati al buddhismo.
Grazie alla forte determinazione di Vincenzo Piga, protagonista di tanta parte della storia recente del Buddhismo in Italia, nominato in seguito Presidente Onorario dell’U.B.I., nacque l’idea di creare un’associazione sovra-tradizioni che contribuisse alla diffusione degli insegnamenti e delle pratiche del Dharma (come era già accaduto in Francia, Germania, Austria, Olanda e Spagna) e che diventasse l’unico interlocutore istituzionale con le autorità politiche.
Sin dalle origini l’U.B.I. non ha inteso rappresentare nessuna scuola in particolare prefissandosi l’obiettivo di “sostenere l’insieme del movimento buddhista italiano, nel rispetto di tutte le tradizioni della Dottrina in tutte le sue articolazioni”, come è scritto nell’articolo 2 dello Statuto. Tra le finalità dell’Associazione ci sono inoltre: “favorire il dialogo con le altre comunità religiose e in generale con i centri di impegno spirituale (…), coltivare i rapporti con l’Unione Buddhista d’Europa, la Federazione mondiale dei buddhisti ed altre organizzazioni buddhiste estere ed internazionali e gestire o promuovere attività didattiche sul buddhismo nel contesto della storia delle religioni”.
Fanno attualmente parte dell’U.B.I. 49 centri appartenenti alle tradizioni Theravada (monastica e laica), Mahayana (Ch’an, Zen e Soen coreano), alla scuola di Nichiren, e alla Mahayana-Vajrayana nelle varianti Gelugpa, Kagyupa, Nigmapa e Sakyapa.
L’U.B.I ha sede legale a Roma ed è associata all’Unione Buddhista Europea. Si stima che, ad oggi, i praticanti buddhisti italiani siano all’incirca 80.000, a cui si possono aggiungere altre 40.000 persone di provenienza extracomunitaria.
È guidata da un Presidente che dura in carica tre anni, coadiuvato da un Consiglio Direttivo in cui sono rappresentate tutte le tradizioni buddhiste presenti in Italia.
Il 3 gennaio 1991 l’U.B.I ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica come Ente religioso con Decreto del Presidente della Repubblica
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