Un ricordo di Ghesce Ciampa Ghiatso
“Ricreare la trama di una vita attraverso i ricordi può essere assai difficile. Le memorie a volte sbiadiscono come le fotografie. Quando però si è trascorso, come me, oltre venticinque anni dividendo il quotidiano con Ghesce Ciampa Ghiatso non dovrebbe essere molto difficile cogliere qualcosa dello speciale rapporto tra le nostre esistenze.
Ho voluto però ricordare un’immagine che sicuramente condivido con molti dei suoi discepoli.
Ghesce-la stava mostrando il suo volto irato mentre rimproverava uno studente. Attraversando il cortile sopraggiunse un’altra persona che lo salutò. Ghesce-la si volse verso di lei e ricambiò il saluto. Il suo volto era sereno e illuminato dal suo inconfondibile sorriso. Niente era rimasto dello sguardo cupo e duro che appena un attimo prima avevo colto seduto su una panchina proprio di fronte a loro. La sua mente era sempre calma e serena, nessuna contrarietà poteva disturbare la sua pace e nessuna emozione condizionare il suo comportamento. Così Ghesce-la serenamente tornò a volgersi verso il suo studente e a mostrarsi irato e scuro in volto. Credo di aver pensato di essere stato testimone di qualcosa di molto speciale, che solo grandi esseri con grandi realizzazioni possono così semplicemente, senza alcuno sforzo mostrare.”
Biografia
Ghesce Ciampa Ghiatso (Gyatso o Ghiatzo), affettuosamente chiamato “ghesce-la”, dai discepoli durante tutto il suo periodo di permanenza in Istituto, nacque in Tibet da una famiglia nomade di ceto medio, in una zona chiamata Dham, vicino a Lhasa. Ricevette i voti di aspirazione monastica da ragazzino, ma rimase in famiglia fino a tredici anni. Quando entrò a studiare nell’Università Monastica di Sera Je, Ghesce-la fece subito amicizia con un altro giovane monaco, di nome Thubten Yeshe (che divenne più tardi Lama Yeshe, il fondatore dell’FPMT). In seguito all’invasione cinese, nel 1959 fuggì in India, dove rinnovò la sua conoscenza dei testi canonici nel campo profughi di Buxa Duar. In seguito studiò nell’appena costituita Università di Studi Sanscriti, a Varanasi (l’antica Benares) e infine nel Collegio Tantrico Inferiore. Nel 1972 conseguì il livello più alto di Ghesce Lharampa, poi il diploma di Acharya (Maestro) e il titolo tantrico di Ngagrimpa.
Alcuni anni più tardi, dopo essersi impegnato in vari progetti di studio e ricerca di filosofia buddhista, Ghesce-la ricevette una lettera del suo vecchio amico Thubten Yeshe, che gli chiedeva di recarsi a insegnare in Europa. Nel 1980, dopo un periodo di insegnamento agli occidentali confluiti al monastero di Kopan (Nepal), arrivò all’Istituto Lama Tzong Khapa, dove rimase fino al suo trapasso, nel novembre del 2007.
Durante la sua permanenza in Italia, Ghesce-la tenne un enorme numero di corsi, di varia durata, sia all’Istituto Lama Tzong Khapa, sia in molti altri centri FPMT in Italia, Spagna, Francia e Inghilterra; in Italia accettò numerosissimi inviti per tenere conferenze in centri di tradizioni anche non buddhiste e associazioni culturali varie, e ricevette a colloquio privato un grande numero di persone. Il suo amore infinito, la sua compassione intelligente e la sua sapienza conquistavano i cuori ovunque andasse, e molte persone iniziarono il proprio percorso spirituale con la sua amorevole guida.
Oltre a questa intensa attività, dal 1983 al 1987 completò il commentario esteso di tre importanti trattati di buddhismo (Abhisamayalankara, Madyamakavatara e Abhidharmakosha) e spiegò altri testi importanti di filosofia e psicologia buddhiste, come corpo di studio e meditazione dell’appena nato Study Program per ghesce e maestro-istruttore. Dal 1988 al 2004, Ghesce-la insegnò tutti i trattati e i testi del primo Masters Program residenziale dell’FPMT e, dal 2005 al 2007, con Ghesce Tenzin Tenphel come insegnante-assistente, spiegò i soggetti del primo Basic Program residenziale FPMT.
Ghesce-la fu anche abate del monastero maschile di Nalanda in Francia, che visitava periodicamente, del monastero maschile Takden Shedrup Dhargye Ling e del convento femminile Shenpen Samten Ling.
Morì il 27 novembre 2007, ma restò nel corpo in assorbimento meditativo (tukdam) per una settimana, durante la quale non vi furono segni di decomposizione fisica. Il suo corpo fu cremato nell’area dell’Istituto Lama Tzong Khapa, con una tradizionale cerimonia tibetana, il giorno stesso della celebrazione annuale del trapasso di Lama Tzong Khapa (1357 – 1419).